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Shopping


di paolorossi01012000
23.06.2020    |    3.667    |    1 9.9
"E poi si rilassa, è una scarica..."
Shopping

Liberamente ispirato da una foto, da un racconto di Manara e da un episodio di vita vissuta

Laura e Sara sono amiche da una vita, dagli anni dl liceo. Affiatate e complici. Affermate e indipendenti nella vita privata. Quando sono insieme sono un solo battito, un solo respiro, un solo pensiero.

Spostate entrambe. Dinamiche, estroverse e determinate. Appagate e complici con i rispettivi partner. Non hanno problemi a vivere pianamente la propria vita intima. Anche al di fuori dei rispettivi rapporti matrimoniali. Anche tra loro sono rispettivamente e vicendevolmente complici. Molto.

Oggi hanno deciso di fare shopping.

“Angelo è fuori per lavoro”, si confida Laura. “Sono sola da una settimana!” e guarda Sara con malizia.

Sono in macchina. Due belle donne e una Smart. Scorrazzano in città a briglia sciolta. A quella affermazione, la mano di Sara si affaccia ad accarezzare le gambe dell’amica e si guardano. Con malizia.

“Non fare al tuo solito!” le dice Laura. Con il tono di chi vorrebbe implorare a cambiare atteggiamento ma che riesce solo a comunicare il desiderio di andare oltre.

“Oggi sono una corda di violino. Ho voglia di un orgasmo.”

Laura sa già che questo pomeriggio potrebbe trasformarsi in un lento, dolce, interminabile stillicidio. Vissuto, raffinatamente, all’insegna della trasgressione e dell’erotismo.

Sara la provoca per tutto il tempo. Laura non riesce a concentrarsi. Si sente così dal primo pomeriggio. Da quando Sara è passata a prenderla. Vestita in quel modo poi. Quello di Laura, però, non è un tarlo; È una esigenza. Più importante che respirare.

Girano senza meta. Laura al telefono con Angelo è stata sincera: ”Quanto vorrei che fossi qui: con le tue mani che mi accarezzano e la tua lingua. Angelo!” Lui l’aveva salutata già sapendo come sarebbe finita. Aspettava solo che lo chiamasse per farsi raccontare i dettagli. Non gli dispiace. Sono una coppia affiatata e complice. E Lui si prende le stesse libertà.

Girano per il Mall di Caserta. Senza meta. Almeno così sembra. Ma, quella di Laura, è la brama della leonessa, che perlustra il territorio in cerca della preda, del posto e del momento. Sara la segue: divertita, complice e compiaciuta. Aspetta che il momento sia pronto per goderne. Ogni tanto le fa una battuta maliziosa. Allude. Ammicca. Le indica: un uomo con un bel culo, un ragazzo che sembra avere un pacco enorme, un tipo fisicato. Altre volte la sfiora : il culo, le gambe il seno. A momenti fa delle moine: si aggiusta i capelli, si aggiusta le tette (strette in un abitino che la fascia divinamente). Tutto questo senza esagerare. Giusto per tenere viva la tensione erotica che sente fremere sotto la pelle dell’amica.

Nel frattempo è giunta l’ora della chiusura. Lungo i viali pochissime persone. Negozi vuoti. Commesse e commessi che sciamano via. Porte chiuse a metà. Laura è eccitata. È come se, sotto la sua pelle, ci fosse una bolla di lava. Pronta, non ad esplodere, ma a fiorire da una bocca e a colare lungo il dolce pendio. Nel ventre, nella pancia, nel petto, nella testa. È un solo pulsare. Un desiderio di essere appagata.

Girando tra i viali, un paio di ore prima, attraverso la vetrina di un negozio di scarpe da donna ha visto una scena. Due commesse si sorridevano, complici tra loro, e si scambiavano un cenno. Pensavano di non essere viste. Poco distante, alla cassa, un uomo le guardava e sorrideva, forse il responsabile. Era felice di aver colto quell’attimo. Era preso a fantasticare. È stato un flash per Laura. Ma tanto le è bastato.

“Proviamo.” Dice a Sara che la guarda. È attonita, ma la asseconda. È divertita.

Prima, però va in un bagno. Sara la sente armeggiare con l‘abbigliamento, oltre la porta. Sorride tra se e se, compiaciuta e meravigliata.

Laura esce e trascina, letteralmente, Sara verso il negozio. Non è semplice con i tacchi. Laura è alta e agile. Sara un po’ più bassa con dei tacchi pazzeschi (assurdi per fare shopping). Arrivate li, si affacciano. Stanno chiudendo. Porta socchiusa. Luci a metà. L’uomo di prima, Paolo, è rimasto solo ed è intento alla chiusura della cassa.

“Buonasera! Siamo in tempo?” chiede Laura. Lo guarda con occhi pieni, una voce fresca, sguardo fisso.

“Speriamo che ne valga la pena” queste parole non le pronuncia Laura. Ma le pensa e le sembra di parlare.

“Ho visto qualcosa che ha stuzzicato la mia fantasia e che potrebbe interessarmi. Vorrei fare un tentativo. Posso?” Lui la guarda “Prego. Sistemo l’agenda e sono da Lei.” È divertito, incuriosito e affascinato. Le sorride.

“Ho già visto prima. Vorrei fare un tentativo. Sono in fondo. Posso?” dice Laura.

“Prego.” E le sorride ancora Paolo

Laura entra e si presenta in tutto il suo splendore. Alta. Capelli mossi, rossi. Un viso bello: caldo e luminoso come un alba di primavera. Guardandola, Paolo, si ricorda di quando dorme ad Amalfi nella casa vicino al “Santa Caterina”. C’è una terrazza a strapiombo sul mare. A maggio, gli piace svegliarsi quando il sole è già oltre la collina ed illumina tutto il mare sotto. Il mare è una tavola blu.
Si riprende e guarda di nuovo Laura. Ha un soprabito scuro. Abbottonato e chiuso da una cintura in vita. Due gambe dritte, di marmo. Calze scure che coprono tutto. Sandali decolleté rossi. Non è una donna. È una femmina. Da sogno. La guarda. Sguardo concupiscente.

“Dove vuole, signora.” E le fa strada con lo sguardo, Paolo.

Laura sorride maliziosa e si presenta. “Laura, c’è anche la mia amica: Sara”. La prende per mano ed entrano. Si avviano in fondo.

Lui le guarda: perplesso e compiaciuto. Sara è più minuta. Meno alta. Sembra avere delle belle tette. Non come quelle di Laura. Però straripano nell’abito grigio chiaro. Scollato. Anche lei calze scure, Ma meno coprenti. Tacchi altissimi. Quasi a voler raggiungere la sua amica. Ma è impresa impossibile. Sara è visibilmente imbarazzata. Paolo le vede sparire in fondo all’enorme locale. Nell’altro salone. Davanti ai suoi occhi due bellissimi culi. Quello di Laura è uno spettacolo. Bello grande, alto. Quello di Sara più tondo e piccino. Paolo le segue con lo sguardo. Sogna di scoprire cosa ci sia sotto quegli abiti. Si perde in quella sinfonia di tacchi. Quel tripudio di caviglie, polpacci, cosce e culi che gli hanno ravvivato la serata. Dovrà chiamare qualche sua amichetta per sbollire gli spiriti questa sera. E pensare che voleva andare ad Amalfi mettersi in sala e godersi la serata e il mare attraverso i grandi vetri sul terrazzo.

Le sente arrivare in fondo. Le sente bisbigliare. Impacciate e divertite. Una delle due sembra aver fatto una espressione di meraviglia. A metà tra il contrariato e il compiaciuto.

“Nooooo!” è una vocina piccola, delicata. Non quella calda e decisa di Laura.

Silenzio. Poi fruscio di abiti. Indossati o tolti. Una delle due starà sicuramente provando qualcosa. Nulla di strano. Ma questo è un negozio di scarpe, non di abbigliamento!

“Si sarà messa comoda?” pensa Paolo.

Ancora silenzio.

“Comunque sia devo vedere.” Pensa ancora.

Chiude la porta per evitare che entrino altri clienti “Altrimenti, qui, facciamo notte”.

“Arrivo! Posso aiutare?” dice Paolo annunciandosi.

“Mi auguro proprio di si. Non so come fare”.

È la voce di Laura. Tra il silenzio e il vuoto assoluto di quella sala immensa. Laura è seduta su una poltrona senza schienale, enorme, quadrata, al centro della sala. Svoltando Paolo se la trova di fronte. L’abito è aperto. Sotto è completamente nuda. Le decolleté, rosse. Le calze autoreggenti, scure, che coprono tutto. Terminano in alto con una decorazione di pizzo. Per il resto completamente nuda. Una fichetta piccolissima (purtroppo completamente rasata). Delicata come una rosellina. Le mani piantate sopra e ai lati della fica. A tenerla spalancata. Il ventre. E poi un seno straordinario. “Due zizzone”. Enormi. da sogno. Che, letteralmente, spalancano l’abito. Sono adornate da due capezzoli. Alti e turgidi. E poi quella montagna di capelli mossi che le scende sulle spalle. Una colata di lava, come il fuoco che ha sul volto.

“Sono venuto per aiutare” dice Paolo.

“Mi auguro proprio che tu possa farlo”.

Sara, dietro di Laura, è pietrificata. È una bambolina, Sara. Capelli rosso rame. Un volto d’angelo gambe tornite. L’abito è abbottonatissimo. Gambe dritte e tacchi. Guarda Laura con evidente desiderio. Ma è imbarazzata.

Si crea in un istante una tensione erotica che elettrizza, piacevolmente, l’aria intorno a loro.

Paolo si inginocchia davanti a Laura.

Guarda Sara e le dice “Proviamo a fare qualcosa per la tua amica?”. Le sorride con sguardo complice.

“Posso?” dice Paolo. E comincia ad accarezzare lungo l’interno coscia.

Per Laura è una scossa. Si morde un labbro. Paolo è teso. Non può e non vuole controllarsi. È tutto repentino, improvviso. Con un dito prova ad accarezzare le labbra. Ma sono asciutte. Riprova. Partendo però da dietro. La mano che fascia tutta la fica. Il dito indice puntato verso il culo. Senza toccarlo. Accarezza e tira la mano dolcemente, lievemente. In avanti. Senza pressione. Al passaggio del polpastrello dell’indice le labbra si dischiudono. Paolo avverte netta una sensazione sotto le dita: caldo; bagnato. Continua ad accarezzare. Solo le labbra. Avanti e dietro. Laura sposta le mani dal suo ventre. Lascia la presa.

“Forse è fatta!” Pensa.

Si rilassa e reclina la testa all’indietro. Sara le fascia la testa con le sue mani. Le accarezza i capelli. Il volto. Scende con le mani lungo il collo. Le spalle. Il seno. La bacia sulla fronte, sul volto, sulla bocca. Prima delicatamente. Poi languida. Poi, infine, appassionatamente. Con la lingua a cercare la parte più intima della sua amica.

Laura si scioglie, spinge il ventre contro la mano di Paolo. Lui si china. La sua lingua è seta tra le gambe di lei. È un lago. Che si sciole al sole. Cola, lungo l’apertura delle labbra; arriva al culo. Il divano si inumidisce. La lingua si sofferma: negli incavi; tra gli anfratti; si insinua in profondità. Paolo si aiuta con le dita a solleticare lievemente lo sfintere. Un altro dito accarezza quella fighetta stretta. Dall’interno. La lingua percorre ogni lembo di pelle in lungo e in largo. Delicatamente ferma il clitoride tra le labbra. La lingua è un turbine. Laura spalanca le gambe. Le alza. Le passa sopra la testa di Paolo. I talloni puntati tra le sue scapole. Le mani gli accarezzano i capelli e ne dirigono i movimenti. Come un direttore d’orchestra. Sara continua ad accarezzarle il collo e le spalle, mentre la bacia. Un intreccio di lingue.

Laura ansima. “Si cosi! Si cosi! Non ti fermare!”

Alcune sgroppate con il bacino. Si contrae. Quasi rigida nelle gambe e nel bacino. Il respiro a tratti è fermo. Il petto immobile. Pronta ad afferrare l’attimo tanto atteso e tanto effimero per una donna (e Paolo lo sa). E poi si rilassa, è una scarica. Ma non elettrica. Una scarica fluida. Calda e umida. Che parte dal ventre e si diffonde fulminea a tutto il corpo. Poi si adagia. La testa di Paolo si libera da quella morsa. E si trova di fronte Laura. A gambe aperte. Languida, quasi molle. Inerme. Ancora oltre, dietro Laura, c’è Sara. Eccitata: freme di passione e desiderio a sua volta. Ma quello di Paolo è un atto di egoismo. Animale. Si alza. Slaccia i pantaloni. Quasi li strappa via. Ha un erezione indescrivibile. Scopre la cappella. Guarda Sara.

“Avvicinati!” le dice.

Lei è inerme. Si avvicina. Paolo le sbottona l’abito. Dal davanti. E slaccia la cintura. L’abito si apre. Le abbassa gli slip. Si avvicina a Laura che è ancora rilassata. Entra. Con calma. Decisione. Destrezza. Comincia da subito a pomparle dentro tutta la carica che ha accumulato. Dalla figa le emergono tutti gli umori. Ha afferrato Sara per il seno. Lo stringe. La tira a se. Lei si è seduta sulla bocca di Laura che gioca con la lingua. Sara geme. Paolo continua imperterrito. È una cavalcata solitaria quella di Paolo. Sfrenato. Una cavalcata in paradiso. Un paradiso: di umori, profumi, sapori. È un cavallo su quella landa florida e sconfinata che è il corpo di Laura. Languida. I suoi colpi netti e profondi. Con un ritmo sempre più accelerato. Le mani strette sul seno e sulla nuca di Sara. Il suo cazzo che affonda in quel bagno caldo e languido. Il seno enorme di Laura che balla sotto i suoi colpi. È un orgasmo violento, lungo, vibrante. Lo pervade. Un gemito profondo gli sale dal petto.

Si rilassa; allenta la presa su Sara.

Anche Laura si ferma. Paolo le si distende di fianco. Sara li guarda. Ma questo no è il suo momento. Non ora. Non questa volta…

Sono passate un paio di ore. È una sera di marzo. In una sala tutta foderata di ampie vetrate che si affaccia su una terrazza di Amalfi. Alta sul mare. Paolo, Laura e Sara sorseggiano bollicine. Si godono quello che è stato. Pregustano la cena. E quello che verrà …
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